Lui chi è?? – Gaia Scaramella

Lui chi è?? – Gaia Scaramella

Home » 2013, archivio, blog, lui chi è?? » Lui chi è?? – Gaia Scaramella

on feb 12, 13 • by • with Commenti disabilitati su Lui chi è?? – Gaia Scaramella

Gaia Scaramella è nata a Roma nel 1979. Dopo aver conseguito il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dal 1998 ha partecipato a diverse mostre collettive e personali, e a numerosi premi per l’incisione, vincendo nel 2007 il primo premio Grafica Italiana, a Vigonza. La sua ricerca prende il via dall’incisione calcografica, della quale porta con se, in ogni lavoro, la concezione seriale dell’opera. Gran parte della sua ricerca l’ha condotta a scomporre e ricomporre oggetti, opere e memorie, creando nuove dimensioni percettive, e inediti piani di lettura di un percorso articolato e poliedrico.

SCARAMELLA_annunciazione icone familiari_2006_11L’incontro con l’incisione calcografica avviene negli anni di studio e sin da subito le permette di esprimersi attraverso l’elemento fondamentale del proprio lavoro: la produzione seriale, intesa come esigenza creativa piuttosto che come modalità di produzione. Le incisioni sono, infatti, concepite quasi come dei monotipi, di cui Gaia ha sempre stampato pochi esemplari.

In Annunciazione – Icone Familiari, Gaia fonde tradizione e innovazione, arte sacra e quotidianità, associando alla sacralità del tema religioso quello della famiglia, e sostituendo se stessa al divino. Questa attualizzazione del tema, senza alcuna banalizzazione, permette di ritrovare se stessi e di rispecchiarsi nelle iconografie rappresentate, cogliendo gli aspetti più reali e concreti di una sacralità terrena.

SCARAMELLA_Essere, apparire e divenire, 2007Vivere la vita di un altro, qualcuno talvolta può averci pensato. Gaia Scaramella in Essere, apparire e divenire decide di essere qualcun altro, ma da morto. Non per bizzarra provocazione, ma per affrontare il tema della sacralità del defunto, tra ricordo e folklore. Le “partecipazioni al lutto”, ritrovate in un cassetto della nonna, poste l’una accanto all’altra, raccontano come il ricordo del defunto si trasformi molto spesso in santificazione, ognuna di esse racconta soltanto ineccepibili vite terrene. In quest’opera Gaia compie una vera e propria appropriazione di testi, parole e pensieri, dedicati ai defunti in qualche modo a lei legati o imparentati. Come in un rapporto simile a quello tra attore e personaggio, Gaia e i suoi “santi” comuni divengono una cosa sola, permettendole di farsi, di volta in volta, virtuosa e santificata. SCARAMELLA_Suore_2007

Con le opere realizzate per la mostra Dio ed Io del 2007, Gaia Scaramella si emancipa dalle tematiche legate al contesto familiare e volge lo sguardo ad un piano iconografico più pubblico. La geografia dell’istituzione ecclesiastica viene qui ridisegnata e riletta attraverso un approccio critico e al contempo ironico. Da un punto di vista tecnico Gaia esce dai limiti fisici del foglio stampato, incidendo il proprio segno su porte e ante d’armadio, e dipingendole con vernice a smalto. Le grandi lastre componibili le permettono così di utilizzare le tecniche di incisione e pittura in una chiave più sperimentale, e di realizzare una serie di opere di carattere installativo.

SCARAMELLA_Le tre M_2008Il processo di emancipazione ed evoluzione dalla tecnica calcografica che Gaia Scaramella ha compiuto negli ultimi anni ha senza dubbio avuto dei risvolti esplicitamente concreti nella creazione della serie Calco Trito Mix del 2008. Appare chiara nell’elaborazione di questi lavori la volontà e la necessità di triturare carta e processo creativo per giungere ad nuovo livello di produzione artistica e coscienza di se. Dopo l’elaborazione mediante il torchio, le stampe subiscono un ulteriore passaggio meccanico passando tra le lame del trita documenti. Le immagini vengono così scomposte e frammentate in modo indecifrabile, in attesa di essere nuovamente ricomposte secondo una nuova visione. Gli unici simboli leggibili sono quelli delle tre grandi religioni monoteistiche sovrapposti alle “fettucce segniche”.

SCARAMELLA_Ex vuoto_2008Un panorama di stampe in negativo, realizzate mediante impressione di matrici sagomate, compone l’installazione bidimensionale di Ex-Vuoto (2008). L’ex voto, l’oggetto comunemente utilizzato in diverse religioni per ringraziare la divinità di una grazia ricevuta, assume forme diverse, ma ben precise – come polmoni, fegato, cervello, anche e ovaie – mescolate con le immagini di una variegata umanità, compostata da uomini, donne e amanti. Gli ex-voto, fissati alla parete con dei chiodi che ne vincolano il movimento, ritraggono immagini cariche di significato per Gaia. Questo intenso mixage, di forte emotività e leggera spontaneità, riunisce con chiarezza i due piani su cui il lavoro di Gaia Scaramella agisce: formale/impersonale e personale/interiore.

SCARAMELLA_Capasanta_2009Con l’opera Capasanta – esposta durante la mostra Sant’Elena, la seduzione nel segno evento collaterale alla Biennale di Venezia del 2009 – Gaia Scaramella decide di donare le matrici delle stampe che componevano l’installazione di Ex-Vuoto, a sant’Elena, come se si trattasse di veri e propri ex voto. L’opera, appositamente progettata per lo spazio in cui è stata allestita, consisteva in una sfera geodedica che, appesa ad una gru, compiva una rotazione lenta su se stessa. All’interno della sfera erano stati posti gli ex voto in zinco che con il passare del tempo si sono staccati per cadere nel corso d’acqua sottostante, andando a restituire l’elemento votivo al mare e alla santa. Il percorso di emancipazione nei confronti della tecnica dell’incisione si conclude dunque con quest’ultima installazione, dove Gaia decide di distaccarsi simbolicamente e fisicamente dalle sue matrici, donandole ad una dimensione altra.

È nella realizzazione delle sue installazioni che il lavoro di gaia Scaramella acquista sempre più intensità e profondità permettendole di affrontare temi e spazi allestitivi complessi e articolati.

SCARAMELLA_300_2010Disposte geometricamente, poste ad un metro circa di distanza l’una dall’arta, le 300 girandole che compongono l’installazione 300 ricordano un plotone, un esercito di soldati valorosi in assetto di attacco forse, o di difesa. L’istallazione, concepita per il piano di copertura del torrione del Castello Anfonsino di Brindisi, è composta da trecento girandole monocrome nere, che con il loro volteggiare dialogano costantemente con le incessanti correnti d’aria che battono sul torrione, restituendo al vento il suono del vento. Le girandole perdono così il loro scopo primario, quello ludico legato alla leggerezza del gioco, e divengono simboli del lutto che la guerra impone.

SCARAMELLA_legami o legami_2011_webLegami o legami…una richiesta o una denuncia? L’installazione composta da due pareti chiuse ad angolo, a cui sono aggrappate mani in resina epossidica, affronta il tema dello stretto coinvolgimento affettivo che talvolta si traduce in vincolo. Dalle mani fili di lana colorati si liberano e diramano come vene, arterie, capillari e legamenti, descrivendo concettualmente l’estensione interna di un involucro pulsante, quale è il corpo umano. Come un abbraccio o una morsa, i fili vanno da parete a parete chiudendo e reticolando l’angolo, definendo fisicamente un immobilizzante stato d’angoscia.SCARAMELLA_Memorie dell'altroieri_2012

Memorie dell’altro ieri, memorie di dopodomani  è l’opera che Gaia Scaramella dedica alla tragedia dell’olocausto. L’olocausto… una sospensione, un’interruzione del pensiero, della vita, della dignità umana e sociale. Un tavolo d’epoca rivestito in formica bianco e celeste, con gambe in metallo e struttura in legno, circondato da quattro sedie. Dieci omini, monocromi bianchi, posti sul piano. Sulle teste di ognuno memory cards. Nel cassetto del tavolo un ipad, per visualizzare le foto custodite nelle cards. La memoria del passato si fonde con uno sguardo limpido verso il futuro. Gaia narra il prima ed il dopo della strage, senza mostrarne le pagine oscure, creando un’opera interattiva. Nell’invitare lo spettatore ad applicare l’esercizio della memoria, l’artista ricerca una forma di elaborazione condivisa dell’orrore, fornendo una prospettiva propositiva, che esclude la mera denuncia.

SCARAMELLA_Nepenthes_2012L’articolato percorso di Gaia Scaramella sul rapporto tra vita e morte nei suoi lavori ci conduce a Nepenthes. L’opera è composta da grandi baccelli che contengono i profili di uomini e donne. I bacelli, collegati idealmente tra loro da sottili rami, sono isolati da cornici color nero o bianco a voler simboleggiare un lutto o il candore celestiale. Le presenze umane, collegate come in un albero genealogico, ma separatamente incorniciate in uno spazio chiuso che evoca un’urna o una teca, albergano serenamente nei loro baccelli, come se la pianta morente donasse loro vita. È la morte di uno per la vita dell’altro.

Pin It

Tags:

Related Posts

Comments are closed.

« »

Scroll to top