Lui chi è?? – Valerio Rocco Orlando

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Valerio Rocco Orlando, nato a Milano nel 1978, dopo una laurea in Drammaturgia all’Università Cattolica di Milano e un master in Regia alla Queen Mary University of London, ha iniziato il suo percorso artistico, componendo articolate installazioni, video, film, fotografie e libri d’artista che, in bilico tra dialogo corale e ritratto intimista, mettono in scena la relazione tra individuo e comunità, allo scopo di esplorare e ripensare il senso di appartenenza nella società contemporanea. Vissuta come dono, come elemento di scambio, l’arte di Valerio Rocco Orlando è il regno della reciprocità, della multiculturalità, della conoscenza dell’altro come conoscenza di se stesso, della condivisione. È un’arte intrecciata all’educazione e continuamente interconnessa ad attualità e società. È una poetica che diventa politica, come recita la scritta al neon verde “Personale è politico”. Ma non secondo criteri ideologici, che asetticamente dividono destra e sinistra. È una politica delle emozioni, delle relazioni, delle esperienze condivise, di mondi e culture diverse che si incontrano e confrontano sul campo dell’espressione artistica, quello che meglio può esprimere l’individualità attraverso la coralità e viceversa. “Parlo del personale per parlare di tutto il sistema sociale”, afferma Valerio.
Realizzata in occasione della sua prima personale in galleria, la video installazione “The Sentimental Glance” di Valerio Rocco Orlando è un mosaico di voci e sguardi femminili, un’elegante trama di sei storie che, con un approccio fortemente intimistico, riflettono l’educazione sentimentale dell’artista, indagando tensioni e connessioni fra infanzia e età adulta, passione e solitudine, maternità ed androginia. Sei le protagoniste che si raccontano nelle riprese e danno il proprio nome ad ogni singolo video: Celeste (2002); Rita (2003); Eva (2004); Dobrochna (2005); Amalia (2006); Eleonora (2006). Eroine su cui ogni sguardo si sofferma, la cui voce e la cui storia pongono fra parentesi ogni dettaglio superfluo, ogni possibile fuori campo. Ed il sonoro si fonde all’immagine in movimento, accompagnando senza mai invadere, in una continua osmosi con le esistenze femminili che aiuta a raccontare.
Bisiàc (2007), invece, è una video-installazione, un racconto senza tempo – ambientato sulla riva del fiume Isonzo, in Friuli – concepito come il primo capitolo di una riflessione sulle interrelazioni fra le nuove generazioni e le tradizioni e i dialetti locali ormai in principio di estinzione. Protagonisti sono due gemelli di cinque anni, un maschio e una femmina, che giocano con delle pietre lungo il letto di un fiume in piena. Vestiti con abiti che richiamano la tradizione locale, i due bambini intonano filastrocche nel loro dialetto veneto, come in antitesi all’evoluzione della società contemporanea, ed instaurano con l’acqua un rapporto osmotico e metaforico.
Dialogo, ascolto, conoscenza dell’altro, condivisione e reciprocità sono solo alcuni dei concetti cari all’arte di Valerio Rocco Orlando. Sono queste le basi da cui parte il progetto video “Lover’s Discourse” (2010), avviato dall’artista nella Big Apple, con volantini affissi per tutta Brooklyn in cerca di “coppie e amanti” che collaborassero al suo nuovo lavoro. Accanto al suo sito web e al suo contatto mail, Valerio ha reso ancora più intrigante il fugace messaggio (destinato a ricevere numerose risposte e adesioni) attraverso una frase di Jean-Luc Nancy, filosofo francese a lui caro: “Non c’è essere senza ‘essere con’ e non c’è esistenza senza coesistenza”. È stato poi l’artista a scegliere le storie che maggiormente lo intrigavano, creando un racconto che è una rete visiva di relazioni intessute nell’ottica dell’interscambio reciproco e del senso di comunità.
La scritta al neon Coexistence del 2010 è l’opera di Valerio Rocco Orlando che ha dato il titolo alla prima personale dell’artista negli spazi della Galleria Tiziana Di Caro a Salerno, due anni fa. L’amore, la reciprocità, la condivisione e l’intreccio di storie, vite ed esperienze (temi cari alla ricerca artistica di Valerio) tornano in questo lavoro mediante la citazione “Il n’y a pas d’existence sans coexistence”, tratta dal saggio “Essere singolare plurale” del filosofo francese Jean-Luc Nancy, che l’artista ha fatto scrivere a mano dal suo partner con la sua grafia. Coexistence è un focus sull’individualità e la collettività, una luce che si accende sul valore della condivisione, come in un gioco di specchi, e disegna una poetica (e forse anche una politica) votata alla sublimazione dell’esistere, fra esperienza del singolo e amplificazione della stessa nella comunità.
“Endless” (cominciato nel 2011) è un lavoro aperto, senza fine, appunto. Un libro d’artista in edizione limitata di cui Valerio Rocco Orlando ha pubblicato ad oggi, i primi due volumi. È un’opera d’arte a tutti gli effetti, che si compone nel tempo attraverso la relazione ed il confronto. Un progetto collaborativo, che nasce dalla domanda “Attraverso quali forme di relazione immagini una società migliore?”, posta da Valerio a scrittori e artisti di fama internazionale che influenzano la sua ricerca o in cui egli si riconosce. Le prime risposte sono quelle di Maria Paola Fimiani, Gilbert&George, Liam Gillick, Corrado Levi, Jean-Luc Nancy, Mario Perniola, Ugo Rondinone e Luigi Zoja, attraverso una metodologia non poi così distante dalla realizzazione di un video o di un’installazione.
“Educazione” è di certo un’altra parola chiave nella produzione artistica di Valerio Rocco Orlando. Attraverso una serie di workshop realizzati in alcune scuole superiori in Italia nel 2011 in collaborazione con la Nomas Foundation e a Cuba nel 2012 nell’ambito della XI Bienal de la Habana, l’artista ha dato vita ad un interessante e caleidoscopico progetto comunitario intitolato “What education for Mars?”, mediante un paragone e uno scambio fra diversi sistemi di educazione internazionali ed un approccio artistico a modelli alternativi di trasmissione della conoscenza. Come il filosofo Bruno Latour, nel suo libro “Laboratory Life” del 1979 analizza le scoperte scientifiche attraverso lo studio delle relazioni fra gli scienziati e le loro famiglie, così Valerio realizza una vera e propria indagine su diversi sistemi educativi scolastici mediante interviste agli stessi studenti. Nella convinzione che educare significhi costruire se stessi in relazione con gli altri, proiettandosi nello spazio e nella comunità che ci circondano.

      

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