Lui chi è?? – Alice Pasquini

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Romana di nascita ma “cittadina del mondo”, Alice Pasquini, nota anche come Alicè, ha lasciato traccia della sua arte per le strade di tante metropoli.

Classe 1980, dopo essersi diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma, decide ben presto di slegarsi dal convenzionale circuito dell’arte facendo della strada la sua tela. Ha vissuto per lunghi periodi in Inghilterra, Francia e Spagna dove si è specializzata in disegno d’animazione e critica d’arte.

I suoi inizi nella street art risalgono ai primi anni del 2000, ma preferisce non utilizzare questo termine per identificare la sua arte che considera invece “contestuale” proprio perché in strada non si è soli con il supporto. Tanti altri fattori dovuti appunto al contesto, infatti, stimolano la creatività e vivificano l’atto del dipingere: innanzitutto il colore delle pareti e la luce, quella del sole; la storia del muro e cosa c’è dietro di esso; la gente che passa, si ferma, ti parla e si racconta; gli spray che hai a disposizione nella borsa e che hai portato con te per quel giorno; e infine l’adrenalina, poiché, seppur scegliendo gli spazi con un minimo di coscienza storico-artistica, si dipinge comunque senza autorizzazione e non si è immuni al rischio di essere beccati dalla polizia. Tuttavia, a differenza di tanti suoi colleghi che per questo ed altri motivi preferiscono restare anonimi, Alice si firma con il suo nome e opera di giorno a volto scoperto accettando i rischi del “mestiere” per combattere a suo modo quella concezione di vandalismo ancora legata alla street art.

4 Alice Pasquini, mural at Circolo degli Artisit, Photo by Jessica Stewart - RomePhotoBlogTutto ciò comporta una rapidità di esecuzione che immancabilmente rende il suo stile pittorico più istintivo e immediatamente riconoscibile: il tratto è fresco, schizzato e sporco; i colori sono naturali e giocano sui contrasti tra tinte calde e tinte fredde. La scelta dei colori è dettata dal momento ma senza dubbio le tonalità di Roma, la sua città (dove ancora vive e lavora quando si trova in Italia), fanno parte del suo vissuto e sono impresse indelebilmente nella sua tavolozza: quel rosa salmone, il colore dei palazzi della capitale, in contrasto con quel verde acqua del cielo creano un’atmosfera che solo a Roma riflette una luce fantastica. Dichiara con fermezza che Roma sicuramente è l’opera d’arte che più ha influenzato la sua ricerca artistica perché è una città in cui tutto è disegnato da artisti e si può vedere così tanta storia mentre si passeggia tra vicoli incredibili.

Alice Pasquini, Detail. Wall in Terracina for Memorie Urbane Photo Lorenzo GallittoLa casualità, dunque, è parte integrante del suo lavoro, gli errori e le imperfezioni caratterizzano il suo stile così quanto il suo temperamento, caotico e disordinato: “Nella mia ricerca artistica sono arrivata a capire, come diceva Dalì, che – i tuoi errori e i tuoi difetti devi sublimarli-: quando sublimi i tuoi difetti, hai il tuo stile. Io ho trovato il mio stile e ho accettato me stessa con tutti i miei difetti: la necessità di sporcarmi completamente con il colore, di far cadere delle gocce, schizzare, fare delle scolature.” D’altronde si tratta di una tecnica estemporanea, eseguita su supporti preesistenti, esposti ad ulteriori modifiche nel tempo che vanno oltre la volontà dell’artista. Non conta perciò l’opera d’arte finita, conclusa, ma il momento dell’azione artistica prima e il momento di sorpresa nel passante poi. A differenza di un visitatore di un museo o di una galleria, infatti, il semplice passante non si aspetta di vedere arte negli angoli più impensabili, per cui l’impatto con la visione genera quell’effetto di meraviglia che magicamente fa entrare chi guarda nel racconto di Alice disseminato in tutto il mondo. Un linguaggio universale fatto di sentimenti umani e immagini in movimento che catturano piccole storie, momenti quotidiani e attimi di intimità che per Alice rappresentano la vera magia della vita.

Alice Pasquini, wall in Camden, Photo by Jessica Stewart - RomePhotoBlogProtagoniste inconsapevoli di queste istantanee in vernice spray e pittura acrilica, sono le donne, lontane da ogni stereotipo sociale e immerse in una quotidianità che le ritrae spensierate ma determinate allo stesso tempo. Non bambole perfette, eroine sexy o cenerentole del focolare ma donne che stanno semplicemente dormendo, leggendo, fumando o bevendo un caffè. Nell’aprile 2012, l’artista ha voluto suggellare questo suo tema prediletto nella prima importante mostra personale presso la galleria 999 Contemporary di Roma dal titolo Cinderella, pissed me off. In questa occasione Alice si è divertita ad “arredare” gli spazi espositivi con vecchi scaffali, pensili, sportelli arricchiti dai suoi interventi che conferiscono all’ambiente una dimensione intima e narrativa tra vecchie foto, scritti e pennelli. Non manca una corte esterna, in cui è forte il legame con la strada: porte, ante dei contatori della luce e del gas, segnali stradali.

Alice Pasquini, Cinderella pissed me off, 999 Contemporary, Photo by Jessica Stewart - RomePhotoBlogNonostante la difficoltà nel portare la strada in galleria, dunque, Alice riesce magistralmente a trasformare vari supporti di recupero in affascinanti object-trouvé ricchi di memorie. Durante i suoi continui viaggi in giro per il mondo, infatti, ama raccogliere e collezionare oggetti trovati per caso, oppure acquistati nei vari mercatini. Come un muro anche questi supporti non sono vergini come una tela bianca ma portano con sé le loro storie offrendo all’artista spunti sempre nuovi.
6Ad esempio, nel caso della mostra Into the great wild open presso la Tri-Mission Art Gallery all’Ambasciata Americana di Roma, vecchie carte geografiche veicolano il tema del viaggio e il concetto di frontiera, dal punto di vista del superamento, della scoperta di se stessi.Insomma, piccoli schizzi in angoli remoti o interi muri giganti, personali e collettive in tutta Europa, illustrazioni per fumetti e pubblicità hanno contribuito ad accrescere la popolarità di Alice che, secondo la classifica pubblicata da Urban Painting, risulta essere tra i primi dieci urban artist più amati al mondo con oltre 42.000 persone che seguono il suo profilo sui social network. E’ infatti fondamentale per lei il rapporto con il pubblico che oggi, grazie a internet, è qualcosa di molto più vicino al rock and roll che all’arte contemporanea in quanto più fruibile e più immediato“Non sei davanti ad una tela, non devi prepararti. Va bene qualsiasi interpretazione ma soprattutto va bene l’atteggiamento perché vuol dire: apri, tocca e goditi questo dell’arte, perché l’arte fa bene!”

Per la video intervista clicca qui.

www.alicepasquini.com

Photo credits: Giorgio de Finis; Lorenzo Gallitto; Jessica Stewart – RomePhotoBlog.

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