Schivo e mimetico, Lucamaleonte – artista romano classe 1983 – attraverso i suoi interventi riesce nello stesso tempo a mostrarsi e nascondersi nel tessuto urbano: insetti, rettili o uccelli, putti e statue classiche, dettagli anatomici o architettonici costituiscono il suo universo creativo reso alla perfezione attraverso un magistrale uso della tecnica dello stencil.
La sua passione per il disegno risulta essere quasi innata, fin da piccolo, infatti, si è esercitato con la matita mantenendo sempre vivo l’interesse per la storia dell’arte. Tuttavia, la sua formazione artistica è avvenuta essenzialmente in maniera autonoma, da autodidatta, sebbene lo studio di una disciplina così affine all’arte, quale il restauro, abbia comunque contribuito alla definizione del suo metodo di lavoro processuale e meticoloso.
L’inizio nella Street Art – termine che però non ritiene perfettamente adatto a connotare il suo operato – è avvenuto intorno al 2001 in maniera decisamente spontanea: “è semplicemente capitato di trovarmi a realizzare delle cose per strada in un momento di particolare fermento, e soprattutto di grande naturalezza e semplicità.”
Dopo poster e adesivi inizia a sperimentare lo stencil, tecnica che ormai lo contraddistingue a tal punto che, per quanto riguarda la sua arte, preferisce parlare di “Stencil Art” e non di “Street Art”, poiché considera la tecnica l’elemento fondante del suo linguaggio. Quello che cambia è solo il supporto che può essere un muro esterno così come una tela esposta all’interno di una galleria, ovviando all’annosa questione sulla non-coerenza della “strada in galleria”: “la Street Art per me è tutto ciò che abbia una dignità artistica, che viene fatto per strada e che rispetti dei canoni di lettura e interpretazione definiti; l’aspetto illegale è una delle possibilità espressive di questo movimento, c’è chi ne fa una filosofia di vita, chi ormai lo ignora completamente, io mi sento piuttosto a metà […] Non ho la presunzione di portare la strada in galleria, i lavori indoor e outdoor hanno molti punti in comune, ma altrettanti che li distaccano”.
Personalmente, dunque, non la vive come una contraddizione in quanto considera la “strada” e la “galleria” due entità ben distinte, che inevitabilmente comportano due tipi di approcci totalmente differenti. Come il camaleonte ha la virtù di mutare il colore ad ogni incontro, l’artista ha la versatilità di adattare i suoi contenuti e il suo linguaggio alle diverse situazioni in cui si trova ad operare: all’esterno cambiano innanzitutto le dimensioni e la fruibilità da parte del pubblico, perciò l’immagine è più semplice e immediata, percepibile anche a distanze non ravvicinate e in tempi stretti, quelli di un passaggio fugace: “ritengo che nel momento in cui si produce qualcosa per strada si abbia una grande responsabilità nei confronti del pubblico e del luogo che si è scelto, dipende quindi dalla sensibilità dell’artista decidere come porsi nei confronti di chi usufruisce degli spazi urbani quotidianamente. Io cerco di pormi sempre in maniera molto critica e provo ad immaginarmi le reazioni di chi potenzialmente potrebbe vedere il mio lavoro ogni giorno uscendo di casa; faccio sempre del mio meglio per far integrare il mio lavoro con la superficie e con la storia del luogo, provo a dare un senso che vada oltre il fare una decorazione sul muro. Quando le cose sono fatte con rispetto è più probabile che vengano rispettate.”
Il lavoro in galleria, invece, è realizzato nell’intimo dello studio, più ponderato, più curato proprio perché il pubblico a cui è rivolto è diverso, non è casuale, sceglie di entrare e di guardare sicuramente con più attenzione l’opera d’arte.
Per quanto riguarda lo stile, agli inizi era piuttosto legato all’estetica pop, nei colori e nella scelta dei personaggi, alla pittura iperrealista e alla fotografia, nell’attenzione al dettaglio che è rimasta comunque una costante nelle sue opere. Infatti, attraverso il continuo esercizio, indagandone ogni possibilità estetica, è riuscito ad ottenere risultati davvero singolari attraverso la tecnica dello stencil: ritagliando delle mascherine molto elaborate, sovrapposte in numerosi strati di colore, il disegno che resta impresso risulta incredibilmente ricco di dettagli, anche in quei minuscoli particolari che rendono il lavoro, in alcuni casi, quasi fotografico. Nonostante la bicromia, infatti, l’artista riesce a rendere evidenti anche i passaggi tonali attraverso un sapiente uso del chiaro scuro. Oltre la precisione e l’attenzione al dettaglio, quasi maniacali, ciò che distingue il lavoro di Lucamaleonte da altri colleghi che utilizzano la stessa tecnica, è la scelta dei soggetti. Solitamente sono i ritratti ad essere prediletti; la sua ricerca espressiva, invece, da qualche anno si sta concentrando su un immaginario antico rielaborato in termini contemporanei: “cerco di trasmettere contemporaneità con un linguaggio e un segno che appartengono alla tradizione storico-artistica italiana; nei miei lavori parlo spesso della mia visione del mondo traverso simboli e immagini codificate.[…] prese da libri di anatomia, botanica e scienze naturali in generale, riproponendole mischiate insieme e decontestualizzate.”
Inevitabilmente attingendo i soggetti da queste fonti, l’artista ha finito per acquisirne anche il tratto non più serigrafico o fumettistico, ma vicino al mondo dell’illustrazione pura; l’approccio ossessivo nella ripetizione è qualcosa che affonda le radici nella documentazione di tipo archivistico, una sorta di catalogazione di icone appartenenti all’immaginario comune, una personale raccolta di “opere d’arte” che mira a diventare un archivio collettivo: “il ruolo di internet al momento è fondamentale, permette agli artisti di raggiungere un pubblico molto più vasto di quello che avrebbe senza la rete, consegnando le proprie opere alla memoria collettiva e rendendole eterne, cosa che l’arte urbana per definizione non può essere.”
Reduce da This is Rome – la grande collettiva romana di Urban Art e sperimentazioni audiovisive – l’artista ha in programma la realizzazione di diversi muri a Roma, che vedranno la luce entro la primavera dell’anno prossimo e due mostre personali.
Credits: l’artista
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