Oh oh…ho sbagliato strada…sono finito in un cantiere!!

Questo è il legittimo dubbio che può sorgere dinanzi all’installazione che l’artista Lara Almarcegui ha realizzato per il Padiglione Spagnolo alla 55. Edizione della Biennale di Venezia. Cumuli di macerie compongono la vasta installazione dedicata ad un progetto di ricerca sull’isola Sacca San Mattia di Murano.  Durante il suo primo soggiorno in laguna, l’artista ha percorso aree non urbanizzate soggette a trasformazioni. Tra queste la Sacca San Mattia le è sembra l’area più significativa, grazie alla sua complessa e strana configurazione come luogo di discarica dei materiali dell’attività edilizia e degli scarti della produzione del vetro. Diversi sono i piani presentati per trasformare quest’area in zona verde che non sono mai stati realizzati e ad oggi, con ventisei ettari di estensione, la Sacca San Mattia è lo spazio disponibile più ampio di Venezia, e luogo di speculazioni. Dalla metà degli anni novanta, Lara Almarcegui (Saragozza, 1972) ricerca e studia i luoghi di transizione – come le aree periferiche delle città soggette a trasformazioni o a processi di urbanizzazione a causa di cambiamenti economici, sociali e politici – dove si incontrano l’ordine urbano e quello naturale. Tale interesse nasce dalla considerazione che nella città contemporanea, dove lo spazio è organizzato e corrisponde a un programma, le aree dismesse sono gli unici luoghi che sfuggono a un disegno, e si rivelano come luoghi aperti a tutti i tipi di possibilità.

Oh oh … I took the wrong way .. I ended up in a construction site!!

 This is a possible question one can have looking at Lara Almarcegui’s installation for the Spanish Pavilion at the 55th Venice Biennial. Piles of ruins form the huge installation, which is devoted to a research project on the island Sacca San Mattia in Murano.  During her first stay at the lagoon, the artist travelled around non-urbanized areas in continual transformation. Among these, she found Sacca San Mattia to be the most significant area because of its complex and odd character as a dump for materials from the construction industry and waste from glass production. There exist various still unrealized projects to transform the area into a green zone; today, with its twenty-six hectares, Sacca San Mattia is the largest available space in Venice where urban speculation is flourishing. Since mid-1990s Lara Almarcegui (Zaragoza,1972) has been working on transitional  places – such as transforming suburban areas or processes of urbanization due to economic, social and political changes – where urban and natural order meet. Such interest comes from the belief that contemporary cities mostly display organized spaces following a given plan. On the other hand, neglected areas are the only places which can escape this fixed design and remain open to a variety of different possibilities.

Comments are closed.

Scroll to top