MA CHE TE LO DEVO SPIEGARE?! – GALLERY
L’arte contemporanea: una passione per tanti, un grande mistero per molti.
Nonostante negli ultimi anni i musei delle principali città europee ospitino, ogni anno, grandi mostre dedicate ai maggiori artisti del Novecento e il turismo culturale sia divenuto un’abitudine, l’arte contemporanea è ancora oggi un terreno in gran parte sconosciuto ai non addetti ai lavori, non per mancanza di interesse o curiosità, ma a causa della perplessità che aleggia intorno a qualcosa di tanto indecifrabile quanto soltanto la produzione artistica contemporanea sa essere.
E’ indubbiamente vero che l’arte nell’ultimo secolo si sia evoluta e trasformata a tal punto da divenire quasi irriconoscibile e che i riferimenti per un fruitore che non frequenti abitualmente le sale del contemporaneo siano davvero pochi, eppure l’arte non ha mai smesso di essere un gioco di creazione ed interpretazione, celare e svelare sono oggi come cinquecento anni fa la chiave di un mezzo espressivo, di un codice di interpretazione e rappresentazione del presente.
E se è vero che l’arte contemporanea è lo specchio della società attuale, immergersi in un mondo apparentemente estraneo può divenire una sfida ed un approfondimento che vale la pena affrontare. Negli ultimi anni in molti hanno trattato il tema dell’interpretazione del contemporaneo da parte dei non addetti ai lavori (vedi il testo di Francesco Bonami Lo potevo fare anche io, e l’omonimo programma prodotto dal canale televisivo SKY) nel tentativo di smitizzare alcuni luoghi comuni e spiegare che così come la letteratura, la musica classica e il teatro, anche l’arte figurativa abbia talvolta preso strade tortuose ed inaspettate, che non sottendono una disgregazione del valore artistico, ma anzi ne mostrano l’evoluzione ed il progresso.
Eppure sarà capitato a molti di trovarsi dinanzi ad un’opera nota e di sentirsi un po’ come Remo e Augusta alla Biennale del ’78 – i due protagonisti dell’episodio Le vacanze intelligenti, diretto e interpretato da Alberto Sordi, si trovano catapultati nel cuore di un tour de force culturale che comprende anche una visita alla Biennale di Venezia, dove l’esausta Augusta viene scambiata per un’opera vivente.
A trentacinque anni di distanza siamo tornate alla Biennale di Venezia e, seppure il film racconti una storia ben lontana dall’interpretazione dell’arte contemporanea e lo spaesato fruitore che oggigiorno si interroga sull’arte contemporanea abbia ben poco in comune con i due protagonisti, è pur vero che in molti avremmo voluto sviare con sbrigativa faciloneria dinanzi ad una richiesta di spiegazione sul significato di un’opera con un semplice “ma che te lo devo spiegare?!…è un’opera d’arte!” proprio come Remo avrebbe fatto con Augusta.
Per ovviare ad un simile inconveniente, e provare a divertirsi nel mettere in discussione per poi conoscere e comprendere un’opera, nasce la rubrica Ma che te lo devo spiegare?!, dove ogni settimana pubblicheremo l’immagine di un’opera bizzarra e apparentemente incomprensibile, accompagnata da una didascalia esplicativa e da un po’ di ironia, perché se è giusto considerare Pollock un artista e non un ubriacone con il vizio di inciampare nei barattoli di vernice è altrettanto vero che la scoperta della cultura e dell’arte debba essere un piacere, da vivere anche con spirito ludico senza avere mai la paura di sbagliare.
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